Da ormai un anno il termine “Smart working” è diventato di uso comune e ampiamente utilizzato nelle nostre frasi quotidiane.
Durante la pandemia ha permesso a molte aziende di non abbandonare completamente la propria attività lavorativa permettendo agli uffici di mantenere un buon grado di produttività.
Questo vantaggio lo dobbiamo certamente alla tecnologia, la stessa che sta progressivamente sostituendo l’uomo in diverse lavorazioni industriali ma non solo, anche la BI (business intelligence) ha velocizzato esponenzialmente i calcoli nelle più svariate applicazioni.
Gli uffici e sale riunioni spesso semi vuoti oltre a dare un senso di tristezza, amplificando la sensazione di disagio economico-finanziario dovuto alla pandemia, nascondono anche un’ulteriore preoccupazione, la mancanza di contatto professionale.
Le “Call” su Zoom, Skype, Teams ecc… non potranno mai sostituire una chiacchierata “vis à vis”, lo schermo di un PC non restituirà in nessun caso lo stesso feedback della presenza fisica, le espressioni e le gestualità tipiche di noi italiani nascoste dietro un monitor.
Nell’ambiente sicuro della propria casa, sulla nostra scrivania spesso disordinata, diamo il 100% al nostro lavoro ed i nostri progetti, perdendo di vista lo scorrere del tempo e tralasciando apparenti distrazioni come la pausa caffè con i colleghi.
I tempi morti spesso sono portatori di idee e di opportunità, basti pensare al tragitto per andare in azienda, le notizie della radio ed i cartelloni pubblicitari lungo la strada.
E poi ci sono i colleghi, spesso amici e collaboratori nello stesso momento e macchine di pensiero sempre all’opera dove la condivisione di proposte porta a soluzioni innovative.
Perdere tutto questo in favore della mera produttività fine a sé stessa nel lungo periodo farà ridurre la competitività delle imprese facendo calare gli stimoli produttivi e di conseguenza la capacità di innovarsi.
Questa tesi è altresì sostenuta da diverse grandi banche americane e giganti della Silicon Valley che spingono per un ritorno in presenza negli uffici perché come dice Tim Cook (CEO di Apple) “è ancora molto importante essere fisicamente in contatto gli uni con gli altri perché la collaborazione e l’innovazione non sono sempre attività pianificate. Si scontrano l’un l’altro nel corso della giornata e può aiutare a portare avanti un’idea che hai appena avuto. E hai davvero bisogno di stare insieme per farlo”.