Ci hanno insegnato a scuola che la penna di Dickens può rivelarsi perfetta per la narrazione dei vinti. Il Canto di Natale (A Christmas Carol) dimostra ancora oggi l’attualità del comportamento dell’avaro signor Scrooge e della condizione degli altri personaggi.
Il ricco protagonista è talmente infastidito dalle festività natalizie che costringe il suo umile impiegato a presentarsi al lavoro anche il giorno della Vigilia. Risponde male, rifiuta gli inviti, tanto che alcuni fantasmi si presenteranno alla sua porta. Per fargli conoscere la tragica direzione verso cui sta andando la sua vita e tutto ciò che sta perdendo attraverso immaginari viaggi nel passato e nel futuro.
Questo incontri cambieranno per sempre il suo modo di approcciarsi alle persone, amplificando la sua (scarsa) capacità di sentirne l’anima, il silenzio, le paure e le speranze: creando in lui, finalmente, empatia.
Non è un caso che Dickens scrisse il canto di Natale con il desiderio di coinvolgere sia i grandi che i bambini. Attraverso descrizioni tali da risvegliare i sentimenti puri quali amore e tolleranza, il rispetto per gli altri e la capacità di apprezzare le piccole cose.
Quello di Dickens è un insegnamento che meriterebbe di essere seguito ogni giorno, al lavoro tra dirigente e impiegati, ricordandosi che al di là del grado professionale si ha a che fare sempre con persone.
Una persona capace di sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda altrui, come comprenderà Scrooge nel suo delirio di gentilezza finale, incarna un principio ben definito: stabilire sincronia comporta benefici interpersonali. Il piccolo Timmy, il figlio più piccolo dell’impiegato Bob, che nonostante la sua malattia è sempre estremamente felice e gentile, sarà per il protagonista una sorta di figlio. E Scrooge, imparando ad amare, non resterà mai più solo.
«Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile» è un ammonimento (attribuito spesso a Platone e a Filone di Alessandria) che bene sintetizza il significato pragmatico del racconto, che incide quindi sul comportamento che dovremmo tenere sempre, e non solo a Natale. Ciò che emerge, è inoltre un monito a vivere la vita al meglio, provando a eliminare ogni tipo di rimpianto. Nutrendosi dell’amore verso la propria famiglia, verso coloro che ci circondano, riconoscendo anche nei piccoli gesti, come un sorriso, la forma più preziosa di tesoro.