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Lo strano caso del fallimento della F.lli Baraldi Spa

Questo mese vogliamo riportare alla attenzione generale un caso aziendale che è emblema, segno dei tempi che stiamo vivendo.

Già è difficile creare una cultura aziendale ed imprenditoriale. Se poi l’ambiente economico, invece che abbattere barriere di entrata e garantire un livello di concorrenza adeguato a tutte le aziende, fa di tutto per ostacolare e cannibalizzare se stesso, si comprendono allora i motivi di tanta difficoltà nel volere “fare impresa” in Italia.

Non parliamo di burocrazia soffocante e miope che basterebbe da sola a far fuggire qualsiasi investitore nazionale o internazionale. Ma di soggetti, operatori economici istituzionali legati al territorio che si presentano come salvatori della Patria (o in questo caso delle aziende in difficoltà) per poi palesarsi veri e propri carnefici ed aguzzini.

Il caso del fallimento della F.lli Baraldi SPA di San Prospero (MO) deve essere MONITO VIBRANTE a tutti gli imprenditori che ingenuamente credono che le proprie aziende navighino sempre in buone acque per grazia ricevuta e che là fuori ci sia sempre una buona anima pronta ad aiutare nel caso di inaspettata difficoltà.

Difficoltà ingiusta due volte nel caso della Baraldi. Infatti questa all’alba del grave terremoto del 2012 che colpì l’Emilia si prodigò nella fornitura di casette a norma e a tempo di record.

Premiata? No, punita!! Non sia mai che un’azienda privata si azzardi ad abbandonare il fine di lucro con chi sa quali doppi fini. Forse volti a incrinare il sistema colluso esistente tra potere politico e potere economico? Fu così che l’azienda venne incomprensibilmente esclusa dalla white list, l’elenco dei fornitori non soggetti a rischio di inquinamento mafioso. Precludendole l’incasso del dovuto per le casette consegnate, ma soprattutto tagliandola fuori da commissioni per un giro di affari di oltre 200 mln di euro.

Dieci anni e sentenze con tre gradi di giudizio dopo, l’attesa e piena assoluzione della Cassazione. Che però non può riparare un danno ed un disastro economico per un’azienda nel frattempo inevitabilmente fallita per l’insolvenza causata proprio dal blocco istituzionale e che offriva lavoro ad oltre 100 dipendenti.

Nel quadro del fallimento vanno poi registrati atti di sciacallaggio con tentativi ignobili da parte di alcuni professionisti ed istituti di credito di livello nazionale che si erano proposti di aiutare la Baraldi spa in piena crisi con il solo e vero fine di fare i propri interessi, oltretutto a discapito dell’azienda soccombente.

Nello specifico i primi cercarono di convincere i soci (i componenti della famiglia Baraldi) a svendere e liquidare la società con annessa proposta di acquisizione da parte dei professionisti stessi.

I secondi, ovvero la banca che storicamente la seguiva, si erano inizialmente rifiutati di aumentare la linea di credito a meno di garanzie personali sostenute da una patrimonialità individuale. In seguito suggerirono di acquistare un terreno indicando un prezzo spropositato rispetto a quello reale gonfiando ulteriormente il valore di garanzia sulla quale basare la linea di credito. Naturalmente la Baraldi spa, presa alla gola, si fidò e seguì le indicazioni. Acquistò il terreno non solo saldando il debitore della banca proprietario del terreno, ma pagando interessi altissimi al limite dello strozzinaggio. Quando poi la situazione precipitò la banca pignorò beni personali e prelevò dai conti correnti privati con firme false (falsificazioni poi accertate dal Tribunale).

Affidarsi allo Studio Michele Magro e alla consolidata esperienza protegge dal rischio di consegnarsi ciecamente nelle mani di operatori istituzionali apparentemente rispettabili, ma che poi soccorrono aziende in difficoltà solo per sfruttarne le debolezze.

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