Il 24 aprile 2017 è stato approvato un decreto legge (n. 50/2017) che ha introdotto un cambiamento significativo nel quadro normativo nel quale si situa il crowdfunding. In pratica oggi tutte le piccole e medie imprese, possono ricorrere ad una forma di finanziamento alternativa, finora circoscritta alle società costituite nella forma di start-up innovative o PMI innovative, agli OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) o alle società che investono prevalentemente in start-up/PMI innovative o, ancora, alle sole PMI costituite nella forma di S.p.A, definita di equity crowdfunding.
Il crowdfunding è la raccolta fondi attraverso il web che comporta un coinvolgimento attivo dell’utente, in gergo la “folla” (“crowd” in inglese), nel quale il soggetto investe una certa somma a favore di un determinato progetto. Nello specifico, l’equity crowdfunding si configura come quella particolare forma di investimento online dove “la folla” ha la possibilità di acquistare un titolo di partecipazione in una società. Il proponente (in questo caso l’imprenditore) lancia la raccolta di capitali attraverso la piattaforma online illustrando le informazioni relative al progetto e l’ammontare necessario per poter partire. Sotto questo profilo, l’utente diventa un azionista che effettua un investimento e acquista una quota della proprietà della società, allo scopo di ottenere dividendi dal capitale posseduto ed eventualmente capital gain dalla vendita della propria quota.
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