Le imprese che hanno richiesto la moratoria prevista dall’art. 56 del decreto Cura Italia si troveranno presto a dover valutare la propria capacità di restituzione immediata dei rimborsi su mutui e finanziamenti.
La chiave di lettura diventano i flussi di cassa che l’impresa riesce a generare e fondamentale diventerà la proiezione degli stessi in ottica prospettica dei restanti mesi del 2021 e degli anni successivi.
Se dall’analisi di questi dati risultasse evidente la difficoltà di rimborso per mancata liquidità futura, l’azienda potrebbe valutare l’ipotesi di richiedere nuova finanza aggiuntiva a quella attualmente erogata.
Le banche dal canto loro pur consapevoli delle difficoltà di molte imprese, anche pre Covid, non hanno la certezza assoluta della problematica di rimborso delle rate dei prestiti concessi, motivo per cui difficilmente riusciranno autonomamente a proporre tempestivamente soluzioni finanziarie a supporto delle PMI.
Saranno quindi le aziende che dovranno farsi carico di agevolare gli istituti di credito, nel farsi supportare a loro volta, condividendo la proiezione di flussi di cassa e un budget attendibile.
Questi prospetti permetteranno di valutare insieme alla banca gli strumenti per rifinanziare l’indebitamento esistente, riscadenzandolo ed ottenendo nuove risorse finanziarie.
Per le PMI si fa riferimento all’articolo 13 del decreto Liquidità che, tramite la garanzia del fondo, permette agli istituti di credito di concedere la rinegoziazione del finanziamento esistente (cioè estinguerlo anticipatamente) con la presenza di un nuovo finanziamento e l’aggiunta di almeno il 25% di liquidità addizionale.
Questa procedura ha un duplice vantaggio:
1) Consentire all’impresa di negoziare con la banca rate di rimborso compatibili con la propria capacità finanziaria, stabilizzando il proprio indebitamento.
2) Consentire alla banca, alla fine della moratoria, di evitare l’applicazione al cliente di maggiori accantonamenti e/o riduzione degli affidamenti accordati.
Il rischio che a seguito della moratoria le banche rivedano gli affidamenti (attualmente congelati fino al 30/06/2021) per le aziende in difficoltà è concreto, pertanto le PMI per evitare situazioni problematiche improvvise dovute al minor credito concesso, dovranno nel breve verificare accuratamente la propria situazione finanziaria.
Pianificare diventa quindi la parola d’ordine sulla quale costruire la continuità aziendale, meglio se coadiuvati da professionisti competenti nell’elaborazione di piani finanziari e conoscitori del rapporto tra banca ed impresa.
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