L’embedded finance, chiamata anche finanza integrata, è la possibilità per società di qualsiasi settore di fornire servizi finanziari, permettendo di ampliare l’offerta dei propri prodotti a vantaggio di una più completa e personalizzata esperienza della clientela.
Il recente lockdown ha sicuramente velocizzato questo processo che porta tra i suoi vantaggi quello di consentire agli utenti che fruiscono di servizi non finanziari (es. food delivery o car sharing) di accedere a servizi finanziari collegati (pagamenti, assicurazioni e richiesta di prestiti) h24 attraverso app o siti web.
Già dal 2019, grazie all’applicazione della direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD2) e all’introduzione dell’Open Banking, si implementava la collaborazione tra società tecnologiche e banche, chiamate a condividere i dati dei propri clienti con terze parti (previo il loro consenso) attraverso interfacce API.
Un esempio concreto è dato dalla piattaforma di Banking-as–a-Service, in particolare di Solarisbank, fintech tedesca che, grazie alla sua piattaforma, permette anche alle aziende italiane di integrare tra i propri servizi quelli finanziari. L’azienda non dovrà preoccuparsi così di non essere un soggetto abilitato e delle complessità tecniche e normative del settore bancario, concentrandosi sul prodotto da offrire.
Un recente studio di Accenture pone in evidenza l’alta percentuale di PMI nel mondo (circa 85%) che hanno sperimentato servizi di embedded finance nella propria attività, apprezzando la comodità di digitalizzare l’operatività nello svolgere le funzioni bancarie quotidiane attraverso app od interfacce.